SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Scuola Secondaria di II Grado (Istituto Professionale Agro-Ambientale Itri)


Codice Meccanografico: LTRA020005

Cosa fa

NUOVO MODELLO DIDATTICO (Riforma degli Istituti Professionali D.L. n.61/2017)

PREMESSA

In riferimento alla legge, comunemente conosciuta come la “Buona scuola”(Legge n.107 del 13 luglio 2015), il Governo ha proceduto all’approvazione del D.L. n. 61 del 13 aprile 2017 che ridisegna completamente l’impianto dell’Istruzione professionale italiana, a partire dall’anno scolastico 2018/2019. La riforma prende l’avvio con le prime classi dell’anno scolastico 2018/2019 e si concluderà nell’anno scolastico 2022/2023 con la definitiva abrogazione del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87 che attualmente disciplina gli Istituti Professionali di Stato. A partire dall’anno scolastico in corso, cambia la denominazione di indirizzo, ora Indirizzo “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane”. Il nuovo modello d’istruzione e formazione professionale privilegia fortemente l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione , mediante la personalizzazione educativa tendente a rafforzare e potenziare le competenze degli studenti. Verrà in classe favorito il metodo induttivo organizzato per unità di apprendimento. La strutturazione quinquennale dei percorsi prevede un nuovo assetto organizzativo articolato in: un Biennio e un Triennio. Nel biennio si registra un incremento delle ore destinate alle attività e agli insegnamenti d’indirizzo rispetto a quelle destinate all’area generale. Nei primi due anni inoltre, le discipline sono aggregate in Assi culturali, consentendo l’organizzazione delle azioni didattiche in “periodi didattici.”. Anche nel Triennio si prevede un aumento degli insegnamenti relativi all’area di indirizzo, destinati ad acquisire ed approfondire, specializzandole progressivamente, le competenze, le abilità e le conoscenze in funzione di un rapido accesso al mondo del lavoro. E’ in questo periodo, infatti, che gli studenti entrano in contatto con esso attraverso le attività di PCTO ( ex Alternanza Scuola Lavoro) possibilità che con la nuova riforma potrà essere aperta anche alla seconda classe del biennio. Il nuovo assetto didattico dell’Istruzione professionale prevede inoltre la personalizzazione dei percorsi di apprendimento attraverso il Progetto Formativo individualizzato (PFI). Le attività personalizzate devono consistere inizialmente nel redigere, entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza, il PFI. Questo adempimento si prefigge il compito di coniugare saperi, competenze, apprendimenti formali, non formali ed informali, in maniera tale da orientare il singolo studente, valorizzando le sue potenzialità e sostenendo il superamento delle carenze. Il PFI dovrà essere sorretto, nella sua articolazione, da un docente tutor individuato all’interno del consiglio di classe che dovrà occuparsi dell’attuazione del piano.

L’orario stabilito prevede attività dal lunedì al venerdì, con ore di 58’ minuti.

L’orario favorisce in questo modo:

1) lo spostamento in entrata e in uscita di molti alunni pendolari (che rientrano a casa in orari non eccessivamente scomodi)

2) il recupero psico-fisico (con la sospensione dell’attività nella giornata del sabato)

3) la realizzazione di attività extracurricolari, per recuperare i minuti di lezione non svolti e supportare le specificità educative del singolo alunno, attraverso realizzazione di: Stage, Corsi, Pcto, uscite didattiche, visite di istruzione, attività individualizzate o a piccoli gruppi, progetti pomeridiani, partecipazione a conferenze ecc).

L’emergenza sanitaria potrà determinare annualmente moduli orari variabili da 60 a 50 minuti ognuno, per rispondere alle diverse esigenze, così come gli ingressi degli studenti potranno essere scaglionati apportando variazioni orarie rispetto a quelle sopra indicate.

STRUMENTI ORGANIZZATIVI E METODOLOGICI (nuovi professionali)

I percorsi formativi degli istituti professionali sono strutturati in un biennio e in un successivo triennio e hanno una identità culturale, metodologica e professionale riconoscibile dagli studenti e dalle loro famiglie II primo biennio è finalizzato al raggiungimento dei saperi e delle competenze relativi agli assi culturali dell’obbligo di istruzione. Le discipline dell’area di indirizzo, presenti in misura consistente fin dal primo biennio, si fondano su metodologie laboratoriali per favorire l’acquisizione di strumenti concettuali e di procedure applicative funzionali a reali situazioni di lavoro. In questa prospettiva, assume un ruolo fondamentale l’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza che consentono di arricchire la cultura dello studente e di accrescere il suo valore in termini di occupabilità. Il successivo triennio è articolato in una struttura oraria ripartita in un terzo quarto e quinto anno e si caratterizza per la prevalenza delle ore dell’Area di indirizzo rispetto a quella di istruzione generale, nonché per una incisiva dimensione laboratoriale. Le discipline dell’area di indirizzo assumono connotazioni specifiche, con l’obiettivo di far raggiungere agli studenti, nel quinto anno, un’adeguata competenza professionale di settore, idonea sia all’inserimento diretto nel mondo del lavoro, sia al proseguimento degli studi nel sistema dell’istruzione e formazione tecnica superiore, sia nei percorsi universitari o di studio e di lavoro previsti per l’accesso agli albi delle professioni tecniche secondo le norme vigenti in materia. La flessibilità didattica e organizzativa, che caratterizza i percorsi dell’istruzione professionale, è strumento prioritario per corrispondere alle diverse esigenze di formazione espresse dagli studenti e dalle loro famiglie, alla necessità di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e assicurare il successo formativo. I percorsi dell’istruzione professionale sono organizzati in modo da favorire organici raccordi in particolare con l’istruzione tecnica e con i percorsi regionali di istruzione e formazione professionale, per garantire i passaggi tra i sistemi. A tal fine vanno valorizzati gli strumenti di certificazione delle competenze acquisite dagli studenti. I percorsi degli istituti professionali sono caratterizzati da un raccordo organico con la realtà sociale ed economica locale, attraverso relazioni con i soggetti istituzionali, economici e sociali presenti nel territorio, compreso il volontariato e il privato sociale. La metodologia del Pcto ( percorsi per le Competenze trasversali e l’Orientamento)) è funzionale a questo raccordo sistematico. A tale scopo si assicurano spazi crescenti di flessibilità, dal primo biennio al quinto anno, funzionali agli indirizzi, per corrispondere alle esigenze indotte dall’innovazione tecnologica e sociale oltre che dai fabbisogni espressi dal mondo del lavoro e delle professioni e dalle vocazioni del territorio. Le metodologie didattiche sono improntate alla valorizzazione del metodo laboratoriale e del pensiero operativo, all’analisi e alla soluzione dei problemi, al lavoro cooperativo per progetti, per consentire agli studenti di cogliere concretamente l’interdipendenza tra cultura professionale, tecnologie e dimensione operativa della conoscenza. Gli istituti professionali, nell’ambito della loro autonomia, possono dotarsi di strutture innovative, quali i dipartimenti e il comitato tecnico-scientifico, per rendere l’organizzazione funzionale al raggiungimento degli obiettivi che connotano la loro identità culturale.

RISULTATI DI APPRENDIMENTO COMUNI A TUTTI I PERCORSI DI ISTRUZIONE PROFESSIONALE

I percorsi degli istituti professionali hanno l’obiettivo di far acquisire agli studenti competenze basate sull’integrazione tra i saperi tecnico-professionali e i saperi linguistici e storico-sociali, da esercitare nei diversi contesti operativi di riferimento. A conclusione dei percorsi degli istituti professionali, gli studenti sono in grado di:

1. Agire in riferimento ad un sistema di valori, coerenti con i principi della Costituzione, in base ai quali essere in grado di valutare fatti e orientare i propri comportamenti personali sociali e professionali;

2. Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici e professionali;

3. Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo;

4. Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro;

5. Utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di studio per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro;

6. Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali;

7. Individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete;

8. Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento;

9. Riconoscere i principali aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea ed esercitare in modo efficace la pratica sportiva per il benessere individuale e collettivo;

10. Comprendere e utilizzare i principali concetti relativi all’economia, all’organizzazione, allo svolgimento dei processi produttivi e dei servizi;

11. Padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici con particolare attenzione alla sicurezza e alla tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio

12.Utilizzare i concetti e i fondamentali strumenti degli assi culturali per comprendere la realtà ed operare in campi applicativi;

PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE DELLO STUDENTE A CONCLUSIONE DEL PERCORSO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE (PECUP)

In linea con le indicazioni dell’Unione europea e in coerenza con la normativa sull’obbligo di istruzione, che prevede lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico, l’offerta formativa degli istituti professionali si articola in un’area di istruzione generale, comune a tutti i percorsi, e in aree di indirizzo.

I risultati di apprendimento, di cui in seguito indicati, costituiscono il riferimento per le linee guida nazionali, definite a sostegno dell’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche. Le linee guida comprendono altresì l’articolazione in competenze, abilità e conoscenze dei risultati di apprendimento, anche con riferimento al Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (European Qualifications Framework-EQF). L’area di istruzione generale ha l’obiettivo di fornire ai giovani la preparazione di base, acquisita attraverso il rafforzamento e lo sviluppo degli assi culturali, che caratterizzano l’obbligo di istruzione: asse dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale.

Gli studenti degli istituti professionali conseguono la propria preparazione di base con l’uso sistematico di metodi che, attraverso la personalizzazione dei percorsi, valorizzano l’apprendimento in contesti formali, non formali e informali.

Le aree di indirizzo, presenti sin dal primo biennio, hanno l’obiettivo di far acquisire agli studenti competenze spendibili in vari contesti di vita e di lavoro, mettendo i diplomati in grado di assumere autonome responsabilità nei processi produttivi e di servizio e di collaborare costruttivamente alla soluzione di problemi.

Le attività e gli insegnamenti relativi a “Cittadinanza e Costituzione” coinvolgono tutti gli ambiti disciplinari e si sviluppano, in particolare, in quelli di interesse storico-sociale e giuridico-economico.

Assume particolare importanza nella progettazione formativa degli istituti professionali la scelta metodologica dell’alternanza scuola lavoro, che consente pluralità di soluzioni didattiche e favorisce il collegamento con il territorio.

Il Diplomato di istruzione professionale, nell’indirizzo “Agricoltura, sviluppo rurale e valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane”, possiede competenze relative alla valorizzazione, produzione e commercializzazione dei prodotti agrari ed agroindustriali.

È in grado di:

● gestire il riscontro di trasparenza, tracciabilità e sicurezza nelle diverse filiere produttive: agro-ambientale, agroindustriale, agri-turistico, secondo i principi e gli strumenti dei sistema di qualità;

● individuare soluzioni tecniche di produzione e trasformazione, idonee a conferire ai prodotti i caratteri di qualità previsti dalle normative nazionali e comunitarie;

● utilizzare tecniche di analisi costi/benefici e costi/opportunità, relative ai progetti di sviluppo, e ai processi di produzione e trasformazione;

● assistere singoli produttori e strutture associative nell’elaborazione di piani e progetti concernenti lo sviluppo rurale;

● organizzare e gestire attività di promozione e marketing dei prodotti agrari e agroindustriali;

● rapportarsi agli enti territoriali competenti per la realizzazione delle opere di riordino fondiario, miglioramento ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche e naturalistiche;

● gestire interventi per la prevenzione del degrado ambientale e nella realizzazione di strutture a difesa delle zone a rischio;

● intervenire in progetti per la valorizzazione del turismo locale e lo sviluppo dell’agriturismo, anche attraverso il recupero degli aspetti culturali delle tradizioni locali e dei prodotti tipici;

● gestire interventi per la conservazione e il potenziamento di parchi, di aree protette e ricreative.

A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato negli istituti professionali per “l’Agricoltura, sviluppo rurale e valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane” consegue i risultati di apprendimento, di seguito specificati in termini di competenze.

1. Definire le caratteristiche territoriali, ambientali ed agro-produttive di una zona attraverso l’utilizzazione di carte tematiche.

2. Collaborare nella realizzazione di carte d’uso del territorio.

3. Assistere le entità produttive e trasformative proponendo i risultati delle tecnologie innovative e le modalità della loro adozione.

4. Interpretare gli aspetti della multifunzionalità individuati dalle politiche comunitarie ed articolare le provvidenze previste per i processi adattativi e migliorativi.

5. Organizzare metodologie per il controllo di qualità nei diversi processi, prevedendo modalità per la gestione della trasparenza, della rintracciabilità e della tracciabilità.

6. Prevedere ed organizzare attività di valorizzazione delle produzioni mediante le diverse forme di marketing.

7. Operare nel riscontro della qualità ambientale prevedendo interventi di miglioramento e di difesa nelle situazioni di rischio.

8. Operare favorendo attività integrative delle aziende agrarie mediante realizzazioni di agriturismi, ecoturismi, turismo culturale e folkloristico.

9. Prevedere realizzazioni di strutture di verde urbano, di miglioramento delle condizioni delle aree protette, di parchi e giardini.

10. Collaborare con gli Enti locali che operano nel settore, con gli uffici del territorio, con le organizzazioni dei produttori, per attivare progetti di sviluppo rurale, di miglioramenti fondiari ed agrari e di protezione idrogeologica.

Gli istituti professionali del settore servizi possono prevedere, nel piano dell’offerta formativa, attività e insegnamenti facoltativi di altre lingue straniere nei limiti del contingente di organico loro assegnato ovvero con l’utilizzo di risorse comunque disponibili per il potenziamento dell’offerta formativa.

*insegnamento introdotto a norma della legge 128/2013, lasciando alla autonomia delle singole scuole se impartirlo nella prima o nella seconda classe del 1° biennio.

AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA

L’Istituto si avvale di collaborazione regolare con gli enti Locali, il Parco degli Aurunci, Aziende del territorio, Cooperative e Società di Servizi e tutte le agenzie culturali e produttive del settore di interesse.

Si attuano quindi progetti, visite, uscite didattiche, partecipazione a Convegni, attività di PCTO (ex Alternanza Scuola Lavoro) in collaborazione con le agenzie sopramenzionate.

Inoltre, l’Istituto si avvale regolarmente della Collaborazione della Regione Lazio per offrire attività di supporto all’inclusione e alla socializzazione (presenza di assistenti educativi, psicologo, progetti specifici musicali, teatrali, di espressività non verbale, laboratori agrari) e con la RE.NI.SA Rete Nazionale Istituti Agrari, con la quale vengono svolte attività e progetti volti a spiegare ai giovani l’importanza di scegliere un Istituto Agrario nel loro percorso di studi.

L’Istituto inoltre supporta la formazione specifica professionale con attività formative ai sensi del D.Lgs. 81/08.

Altre attività di ampliamento dell’offerta formativa si concretizzano in corsi specialistici (potatura, apicultura, uso prodotti fitosanitari, lezioni di micologia ecc.

Visite a musei e luoghi di interesse architettonico, artistico, storico e pittorico

Fruizione di spettacoli cinematografici e teatrali.

Iniziative di solidarietà e di interesse civile e finalizzate alla crescita della competenza di Cittadinanza.

IL NUOVO OBBLIGO DI ISTRUZIONE

(fonte delle informazioni: http://www.itcdellolio.it/)

È andato a regime nell’a.s. 2009/2010.

I riferimenti normativi consistono in: L. 296/06 – DM 22/8/07 n. 139.

Secondo l’art. 1 DM n. 139/07, “L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni …. L’adempimento dell’obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età …”

Si connette al panorama normativo europeo ed in particolare, la Raccomandazione del Parlamento Europeo sulla costituzione del quadro europeo delle qualifiche e dei titoli per l’apprendimento permanente (QEQ) del 5 settembre 2006 e la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 18.12.2006.

Gli aspetti caratterizzanti del nuovo obbligo si riassumono in: l’equivalenza formativa di tutti i percorsi di studio del biennio della scuola secondaria (art. 2, comma 2, DM 139/07); l’acquisizione di comuni saperi e competenze di base, articolati in conoscenze e abilità, nel rispetto, comunque, dell’identità dell’offerta formativa dei curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio.

Il nuovo obbligo d’istruzione non comporta modifiche agli ordinamenti scolastici, ma punta a definire i risultati raggiunti e lascia all’autonomia organizzativa e didattica delle singole scuole le modalità e le procedure da utilizzare in riferimento ai diversi contesti.

Il D.M n° 139/07 apporta nei curricula, tra le altre, alcune significative innovazioni: • la continuità tra i diversi gradi scolari; • la didattica per competenze; • la valutazione e la certificazione delle competenze acquisite.

Le parole chiave per l’obbligo d’istruzione fanno riferimento alla Raccomandazione del Parlamento Europeo sulla costituzione del quadro europeo delle qualifiche e dei titoli per l’apprendimento permanente (QEQ) del 5 settembre 2009. E consistono in:

COMPETENZA: indica la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/personale. Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.

ABILITA’: la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare il know-how (saper fare) per svolgere compiti e risolvere problemi; sono descritte come: • COGNITIVE (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) • PRATICHE (che implicano la destrezza manuale e l’utilizzo di metodi, materiali, attrezzature e strumenti).

CONOSCENZE: il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento; costituiscono il corpo di fatti, principi, teorie e pratiche, relativo ad un ambito di studio o di lavoro; sono definite come teoriche e/o pratiche.

Favoriscono: • Il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé (FORMAZIONE) • Il pieno sviluppo di corrette e significative relazioni con gli altri (EDUCAZIONE) • Lo sviluppo di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale (ISTRUZIONE)

Gli insegnamenti dei bienni sono aggregabili attorno a quattro assi culturali strategici: 1. dei linguaggi 2. matematico 3. scientifico-tecnologico 4. storico-sociale, i quali costituiscono la base contenutistica pluridisciplinare e metodologica per lo sviluppo di competenze trasversali.

COMPETENZE DI BASE (A CONCLUSIONE DELL’OBBLIGO DI ISTRUZIONE)

1. Asse dei linguaggi: • Padronanza della lingua italiana, padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi • Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi • Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario • Utilizzare e produrre testi multimediali.

2. Asse matematico: • Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica • Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni • Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi • Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico.

3. Asse scientifico-tecnologico: • Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità • Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienza • Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate.

4. Asse storico-sociale: • Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali • Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente • Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio.

Le competenze di base, riferite ai quattro assi culturali, costituiscono la trama su cui si individuano e si definiscono le COMPETENZE CHIAVE PER LA CITTADINANZA ATTIVA, richiamate dalla Raccomandazione europea (18.12.2006) e recepite dal DM 139/07 che devono essere raggiunte al termine dell’obbligo di istruzione:

1. Costruzione del Sé: (la persona) • Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro e comprendere quando e come acquisire nuove competenze • Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. Questo richiede la capacità di individuare priorità, valutare i vincoli e le possibilità esistenti, definire strategie di azione, fare progetti e verificarne i risultati

2. Interazioni produttive del Sé con gli Altri: (il cittadino) • Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi di ogni genere e complessità, diversi nelle varie forme comunicative e deve poter comunicare in modo efficace utilizzando i diversi linguaggi • Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista • Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale

3. Rapporto del Sé con la Realtà fisica e sociale: (il lavoratore) • Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare situazioni problematiche nel lavoro e contribuire a risolverle • Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve possedere strumenti che gli per del vivere nella società globale del nostro tempo. • Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve poter acquisire ed interpretare criticamente le informazioni ricevute valutandone

Il nuovo obbligo ha determinato, pertanto, il passaggio dalla DIDATTICA PER CONOSCENZE alla DIDATTICA PER COMPETENZE, partendo dal presupposto che le conoscenze e le competenze sono due facce della stessa medaglia.

La scuola tradizionale si ferma alle conoscenze, le trasmette e le valuta dal meno al più.

La nuova scuola utilizza le conoscenze per acquisire competenze che accerta e certifica. Quindi, afferma la centralità della competenza nel processo formativo e ne ridefinisce i tre momenti fondamentali: • Insegnamento • Apprendimento • Valutazione

Di fondamentale importanza è L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO, in quanto realizzare percorsi per competenze implica una metodologia laboratoriale . Il laboratorio non solo luogo “appositamente attrezzato di materiali e strumenti”, ma modalità di lavoro che incoraggia la sperimentazione e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare – realizzare – valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri e che può essere attivata sia all’interno sia all’esterno della scuola, valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento. La didattica attiva e laboratoriale è una metodologia che favorisce lo sviluppo integrato di saperi, linguaggi, strumenti di pensiero, atteggiamenti e valori.

VERIFICA, VALUTAZIONE E RECUPERO

Il conseguimento degli obiettivi è verificato e valutato sia “in itinere” sia globalmente, facendo ricorso a verifiche formative e a verifiche sommative, in modo da tenere costantemente sotto osservazione il processo di insegnamento-apprendimento.

L’accertamento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze si avvale di strumenti variegati, tra i quali i docenti individueranno quelli più opportuni, nella loro autonomia e in riferimento alle indicazioni concordate nel Consiglio di classe, prediligendo, nel 2° biennio e nel 5° anno, quelli impiegati nelle prove dell’Esame di Stato conclusivo..

Gli elementi che verranno presi in considerazione per la valutazione sono relativi al grado di competenze acquisite espresse attraverso la conoscenza degli argomenti, alle abilità nell’esposizione ed nell’uso del linguaggio specifico, alle competenze di elaborazione e di applicazione delle conoscenze. Ai fini della valutazione periodica e finale, le verifiche saranno in numero congruo, non inferiore a tre per periodo, al fine di consentire una più efficace misurazione degli esiti. La griglia di seguito presentata fornisce una guida nell’esplicitazione dei livelli di conseguimento degli obiettivi. In essa vengono riportati la descrizione dei giudizi e i corrispondenti livelli numerici, finali del 1° biennio, i voti in decimi, i punteggi in quindicesimi e in trentesimi, questi ultimi utilizzati in sede di esami conclusivi del quinquennio.

Inoltre, si terrà conto dell’impegno, della frequenza, del grado di responsabilità. della partecipazione, nonché del progresso compiuto rispetto alla situazione di partenza.

Anche la valutazione del comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal Consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva degli stessi, ed è effettuata mediante l’attribuzione di un voto numerico espresso in decimi, secondo la relativa griglia, qui di seguito riportata.

I risultati e i contenuti della valutazione sono sistematicamente comunicati agli interessati (studenti e famiglie) con modalità trasparenti perché non si vanifichi l’efficacia della funzione formativa e orientativa della valutazione stessa; a tal fine ci si avvale dei seguenti strumenti:

• comunicazione rivolta agli alunni a conclusione di ognuna delle verifiche effettuate;

• comunicazione riservata alle famiglie degli studenti nel corso dei ricevimenti;

• comunicazione scritta, indirizzata alle famiglie, alla fine del primo periodo e nella fase intermedia del secondo periodo;

• monitoraggio di assenze, ritardi e uscite anticipate, con relative comunicazioni periodiche alle famiglie, nei casi di frequenza irregolare, ai fini della validità dell’anno scolastico (art.14 DPR 122/2009).

Il giudizio globale finale sarà elaborato sulla base delle valutazioni espresse per ciascuno degli elementi indicati, rispetto ai parametri valutativi sotto indicati. L’osservazione delle competenze trasversali sarà continuativa per l’intero anno scolastico, attraverso la rilevazione di comportamenti stimolati sia attraverso i colloqui orali che prove scritte e simulazione di contesti; di tale rilevazione e dei livelli raggiunti alla fine dell’anno si darà sintesi in seno al Consiglio di classe.

Le indicazioni sopra riportate riguardano l’organizzazione degli Esami di Stato come normativamente definiti ma possono essere di anno in anno soggette a variazioni.

Discipline – conoscenze e metodologie Istituto Professionale

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