E arriva il giorno dei saluti, il tempo del congedo, al quale da qualche mese mi sto preparando perché lo smarrimento per l’interruzione di questa profonda familiarità non mi travolga.
E sembra comunque improvviso, e io ancora mai pronta, ma arriva comunque il giorno dei saluti, a voi tutti che siete speciali, e specialissimi per me, bambini, ragazzi, familiari tutti, docenti e non, compagni di viaggio in questo entusiasmante lavoro che si svolge in questa magia che è la scuola. Un luogo semplice, essenziale, a volte anche povero di mura o di strutture eppure sempre ricco di umanità, relazioni, sentimenti, legami.
Tra queste mura semplici ho trascorso dodici anni con voi, voi bambini dagli occhi colmi di sogni, voi docenti consapevoli del vostro compito entusiasmante e gravoso, voi genitori fiduciosi e carichi di speranze; dodici anni intensi che, con la solidale complicità di moltissimi, hanno mantenuto la scuola al centro del futuro, hanno tenuto alto il senso di rispetto che la scuola di Itri merita per la sua storia, la sua funzione, la sua responsabilità per l’avvenire. Dodici anni in cui ho visto crescere le donne e gli uomini del nostro domani, con la cura delle loro risorse e dell’amata accoglienza dei loro limiti, gioendo della loro bellezza unica e irripetibile. “L’alunno sa fare quello sa fare e non sa fare quello che non sa fare”: il maestro Alberto Manzi, al quale sarà dedicata la nostra scuola, ci ha ricordato che la scuola non è competizione, giudizio e valutazione, ma serena crescita, e di ciò abbiamo fatto tesoro, ciò ha ispirato la nostra quotidianità.
In questo viaggio ci ha unito il dialogo, cuore di questa scuola, e insieme ad esso il senso di massimo rispetto per questa comunità, i suoi dolori e le sue speranze, sempre con onestà intellettuale, desiderio di equilibrio e buon senso, rifuggendo esibizionismi così alla moda e cercando di valorizzare l’essenziale, il profondo, il semplice. Ciò ha generato una coesione interna straordinaria, un’alleanza solidale e gioiosa, una collaborazione sentita e generosa.
Ci ha unito un progetto di scuola che ha messo la cultura al centro: cultura non esibita ma vissuta, cultura che ha significato trasformazione, crescita, maturazione, gioia, passioni che nascono, creatività, rispetto di sé e degli altri, conoscenza delle proprie emozioni, confronto civile, ascolto.
E oggi sono fiera di aver condiviso un tratto di strada con voi tutti: il nostro PTOF riassume questa unitarietà di intenti, questa coscienza serena del valore della differenza (sociali, linguistiche, culturali, di genere…), dell’orizzonte valoriale della lealtà, del rispetto, della solidarietà, della collaborazione, della valorizzazione dell’essenza, dell’essere, del diventare classe, squadra, orchestra.
E al termine di questo viaggio che finisce per me ma che è eredità per la scuola tutta, ringrazio innanzitutto i miei solidali e validissimi collaboratori, tra i quali sono spiccate alte professionalità con forte senso di appartenenza e straordinarie capacità di decisione; e poi le Funzioni Strumentali, i Referenti di plesso, i Responsabili di Progetti e delle diverse aree di lavoro che hanno, insieme, contribuito ad un’organizzazione complessa e flessibile, entusiasta e creativa; e poi i docenti tutti con la loro variegata formazione e coinvolgente umanità; la DSGA per l’impegno e la dedizione, gli assistenti amministrativi, i collaboratori scolastici, i genitori con le loro preoccupazioni ma anche con la loro umana fiducia e concreta collaborazione, le strutture sanitarie pubbliche per il competente e insostituibile supporto, le valide Associazioni presenti nel territorio, le diverse Amministrazioni con le quali si è maturato, quando possibile, una unitarietà di intenti e di solidale collaborazione.
Ringrazio inoltre i miei familiari che con pazienza e fiducia mi hanno accompagnato in quest’ avventura così impegnativa, permettendomi di continuare un sogno lungo più generazioni e che ha visto, nella mia famiglia, mettere al centro della vita la scuola, l’educazione, i giovani.
Il vento mi comanda di lasciarvi.
Io sono meno impaziente del vento, tuttavia devo andare.
Per noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato al tramonto.
Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio.
Sì, ho conosciuto la vostra gioia e il vostro dolore e, nel sonno, i vostri sogni erano i miei sogni.
Tra voi sovente sono stato un lago circondato da montagne.
In me si sono rispecchiate le vostre vette e i curvi pendi.
Da “Il commiato” di K .Gibran
E nel salutare tutti coloro che rimangono o iniziano il loro percorso nell’Istituto Comprensivo Itri, auguro loro di proteggere le ricchezze vissute e condivise, il patrimonio di serietà e gioia, di slancio e profondità, di rispetto degli alunni e delle loro mille sfumature, della loro valorizzazione, dell’amore che meritano.
Buon viaggio, a voi tutti, col cuore, buon proseguimento di viaggio.
Il mio nuovo viaggio reca con sé questa valigia indimenticabile di bellezza e passione.